venerdì 25 maggio 2007

LA VIA DEI PIEDI

MENO VENTITRE AI MIEI TRENTA
- trucco per trovarsi e perdersi
- diario: una perdita notevole


Ieri ho fatto un discorso ad una ragazza, Valeria, sull’ andare senza meta. Oggi ho avuto la mia solita spurgata che mi costringe a mettere in pratica quello che dico.
Allora mettiamo in chiaro una cosa. A me piace dire le cose che penso. E mi piace aiutare gli altri .
In sintesi mi piace apparire come un puro. Sono di quei diffusi cazzoni che ha sempre la soluzione per ogni problema. E’ così al 98%.
In quel restante 2% invece c’è la mia vita.
Come molti sono bravo a dare consigli e come molti me ne dimentico appena l’asse di interesse si sposta dagli altri a me.
In realtà questo accade perché i metodi sono buoni ma occorre ricordarsi quando usarli. Cioè…se cade una mazzata in testa a qualcuno è facile dire "vai in ospedale".
Ma se capita a te…e ti ricordi nonostante il dolore “cavolo, mi serve un dottore!” è là che sei un grande.

Io sono consapevole di essere debole nel “dopo mazzata”, ma sento di essere molto forte…nel prevenire. Cioè so che a mente lucida posso fare molto per la mia vita. E so che quando arrivano le botte una buona imbottitura può darmi una mano a tamponare la mazzata.
Sono uno che si preserva.
un preservativo...



Ma veniamo al piacere.
La nostra vita è ben scalettata. Studi, poi ti trovi un lavoro, hai le giornate impacchettate in giorni pari e dispari, in feriali e festivi in pomeriggi e mattine. In lavoro e svago.
E?
E finisce che non puoi più farne a meno di pianificare o di sapere che fai quando lo fai e come lo fai…
A questa mia amica Valeria ho consigliato di fare il “gioco dei piedi”


IL GIOCO DEI PIEDI
Nulla d’erotico…purtroppo. Ma di sicuro è un gioco molto utile, che eventualmente può diventarlo.
Si tratta di andare in giro e far decidere ai piedi.
Sembra facile ma è la cosa più difficile del mondo.
Perché siamo abituati a decidere noi.
E noi significa il cervello, PICCOLA GRANDE NOCE DI PAURA e doveri, di desideri e pensieri.-


Piccola noce che ha sempre qualcosa da fare di diverso da quello che vorresti fare davvero.
Quindi i piedi sono abituati a “farsi decidere”.
Il gioco ti dice di fare il contrario. Diamo potere ai piedi!!!!
E vediamo che dicono!
Le giornate noi le riempiamo e basta…di cose da fare, da pensare, da agire e collegare.
C’è sempre un motivo.
Invece, ho spiegato a Valeria, "fermati in questa piazza. Osserva i tuoi piedi. E dimentica che stai camminando per cercare una strada che ti porti ad un pulman e che ti porti dove devi andare.
Dimentica che devi fare qualcosa. Fissa i piedi. E chiedi loro di portarti da qualche parte".

Il gioco consiste nel mollare lo scopo. il concetto di viaggio verso X.
Se elimini il “verso x”, recuperi il vero senso del movimento.
La mente si alleggerisce la scorza della noce, per amore del pappice, si apre e ci godiamo il frutto.
La leggerezza. L’ esserci senza legami e senza mete.
Piedino. Segue piedino. Che segue piedino. E ancora piedino…
Piedino. Piedino…
Come faccio a sapere se il gioco mi riesce bene?
Lo capisci da dove arrivi. In genere piedi e mente non vanno d’accordo.
Se ti ritrovi nel solito bar o nella solita strada hai toppato. Se invece ti sembra di stare a Gerusalemme nel centro della tua città…vuol dire che hai fatto il miracolo.
Hai lasciato fare ai piedini.

E dunque ho fatto questa pippa proprio ieri a Valeria e…?
E niente! Lei mi sgrana gli occhioni ammirata e io, travestito da maestro Jedi, mi sparo la mia posa da eroe dei mille mondi. Io, signore dell’ altroquando. Io, deus ex machina in motorino. Io psicotitano conoscitore delle arti.
L’accompagno al pulman e porto i miei piedini dove vuole la mente. Evidentemente traditore delle mie parole, mi insacco nel portafogli un sorriso da maestro consumato.
Vaffanculo a me. E solo perché mi amo. Dovrei razzolare meglio!
Per fortuna la divina provvidenza mi ha apparecchiato un dono magnifico.
Un dono formato siluro. Per farmi diventare un vero godo maestro e mettere alla prova questa sfida.
Perdo il cellulare.



Esatto.
Quella scatolina dentro la quale ci seppellisci parole, messaggini, parole, ricordi. Quella con cinquecento messaggi in archivio che non ho mai salvato sul computer perché non avevo tempo e che ora scopano con l’oblio definitivo. Quella scatola che si dovrebbe usare solo per parlare e invece ci spari dentro filmati, foto, nomi e frullati di Noce.
E mi chiedo due o tre domande inutili del tipo...

IN CHE MODO POTEVO ATTUTIRE IL COLPO?

POI DECIDO DI CONCENTRARMI SULLA SOLUZIONE.
e mi chiedo...
E dopo il suluro?
Mi fermo e penso. L’ho perso.
C’era dentro un maremoto di persone ricordi e pensierini.
Ma io sono ancora qui.
Chissà perché mi guardo i piedi.
Poi la strada. Siamo a viale trastevere…E’ finita.
Mi dico.
O è iniziata?
Cosa mi rimane adesso. La tasca vuota. Pesa.
Strano, eh? La mano, come quella di un fumatore incallito, si fruga…si scava addosso. Si tuffa con ansia da palombaro e riemerge come un pesce morto.
Continuo a guardarmi i piedini.
E che mi rimane adesso?
Cosa rimane al predicatore grandioso e razzolatore fetente?
A me?
Ora che sono sganciato. Dai ricordi. E dalle miserie. E dalla possibilità di contattare chicchessia, visto che a memoria ricordo solo i numeri utili, Capisco quanto è inutile tutto il resto.
Sono libero dagli appuntamenti. Dagli incontri. Dai doveri.
E preferisco non pensare ad una soluzione.
Preferisco sgonfiarmi in un respiro di sconforto…che diventa già resurrezione.
Ora che le tasche sono vuote, puoi tenerci dentro tutte e due le mani aperte.
Penso.
E’ comodo essersi persi dal mondo.
E guardo ancora i piedini.
Da quant’è che non li lascio correre i miei piedini?
Per le strade nascoste ai miei interessi. Per le piazze inutili, per vicoli che non mi servono a niente.
Da quando non faccio scorrere le lancette con l’arrogante pace dei matti.
Che se ne fregano del dove e del quando. E sanno fare dei loro piedini una bussola invincibile, l’unica che sa cosa ti serve davvero.
Corro.
E me ne fotto.
Domani avrò un nuovo cellulare. Lo so.
Anzi mentre corro non lo so.
Perché mi piace non sapere dove mi porteranno…
i miei piedi!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

eh che uomo...vuoi "salvare l'umanità"...ihihi..che cosa carina..
nell'ultimo mio commento anche io ho scritto di un gioco ed ora tu..telepatia..
il gioco dei piedi..difficile, incredibilmente difficile, ho provato a fare mente locale e io non dò mai retta ai miei piedini..non l'ho mai fatto e forse dovrei provarci perchè proprio non riesco ad immaginare come si fa...forse bisogna farlo e basta...mah..
come ci si sente?
il fatto di seguire solo i miei piedini mi dà un'idea di fresco e leggero, morbido..
chissà perchè..a me piace fare questo gioco..
dare un aggettivo a tutto, ad ogni azione ad ogni cosa, anche aggettivi che di solito si usano per le persone..
bello, mi piace..
e allora continuiamo a giocare, un gioco per ogni momento della giornata...forse allora mi sto avvicinando al godimento vero..
il gioco aiuta no??
mah sperimo..
nei prossimi giorni per rilassarmi ancora un po' prima dell'inizio della scuola forse andrò in vacanza ancora qualche giorno..
la vacanza che piace a me, ogni giorno un posto diverso, si passa la notte e alla mattina dopo si riparte...comunque una cosa in piccolo, forse nella val di Susa, niente di che.. ma un'ultima piccola pausa prima di ricominciare la "tortura"..

Anonimo ha detto...

e io che credevo che sapessi quello che dicevi alfred!