giovedì 31 maggio 2007

VIXI E IL RE DELLA FELICITA'

MENO DICIASSETTE AI MIEI TRENTANNI


Diciassette, come i giorni che mancano nel mio perverso e godurioso finalcoutdown x i miei trent’anni.
Diciassette!
Un numero tenebroso.
Ma perché?
Fa paura…suscita pruriti feroci nelle parti basse. Ma perché?
Gli antichi romani -che i numeri arabi non li conoscevano ancora- contavano con le lettere e diciassette lo scrivevi …XVII, che però era anche l’anagramma di VIXI….che voleva dire “sono morto!” Nessuno voleva l’anagramma di un pensiero così triste e così li saltavano.
Dal sedici dritti al diciotto. Che goderecci questi romani.
Come se per allontanare la morte bastasse saltarla con un semplice imbroglio di numeri.
Ma che v’aspettate da un popolo che ha conquistato per una manciata di secoli il mondo?
Dagli oggi e dagli domani…ti convinci che puoi fregare financo la morte!


E poi facevano ste orge…un giorno qualcuno la stilerà una classifica dei popoli che se la godono di più. E se scoprissimo che prima della televisione si godeva di più?

Per ora leggendo delle statistiche dal "Venerdì" di repubblica…
Pare che …noi italiani siamo in VENTISEIESIMI in graduatoria tra i popoli più felici del mondo. Anche se in termini di crescita siamo i primi. Vuol dire che piano piano scaleremo anche gli altri…
E magari anche la Danimarca, che per ora è al primo posto.
Preciso che in Danimarca ci sono le danesi. Cioè quelle fanciulle biondissime e saporite che quando scendono ad abbrustolirsi in Grecia o nei paesei mediterranei…te la danno come il pane. E il burro.


Sfido che sono felici là! Slurp!


Ma se io gioco un po’ a raspare con la lingua sulle mie sognose e caramellate biondine danesi…c’è chi come il monaco Mathieu Ricard – che c’ha sessantuno anni e pare mio figlio- è stato definito l’ uomo più felice del mondo.



Gli hanno collegato il cervello a dei sensori per testarne rabbia, soddisfazione e tutto il frullato di emozioni allegate che in genere ci tritano la NOCE e…se gli altri si muovevano intorno a valori 0,3 e -0,3….lui è risultato “godereccio” - 0, 45

Che non so numericamente che significa. Ma dalla faccia che ha sparato in copertina sembra davvero in peace and love! E io un giro me lo vorrei proprio fare nella sua NOCE felice.
Perché lui in testa di sicuro s’è piantato una bella giostra che dimostra come la matematica la puoi e la devi stravolgere proprio iniziando a dare i numeri.
Così il re del pallottoliere diventi tu.
E decidi i numeri da giocare.
Vanno bene tutti tranne uno…
Ovvio, no?


E fanculo il diciassette!

mercoledì 30 maggio 2007

PROPOSTE DA NEGRI

MENO DICIOTTO AI MIEI TRENTANNI
- Fenomenologia della panza
- il trionfo dei carloni.
-una scommessa persa.


Godere vuol dire essere felici?
O saper vedere le cose positive anche quando vanno male?

E CHI SE NE FOTTE!

Fregati, eh?

Perché il pippone sulla goduria oggi voglio risparmiarvelo.
Oggi ho fissato la mente su cose amorevoli e appuntamenti fiduciosi.
Perchè un buono stato d'animo aiuta il mondo ad aiutarti.
E quindi si scava, si cerca, si sospira. Contro il carovita, per restare a galla nella cara vita.
E ti accadono le cose. Accadono.
E tu sgrani gli occhioni innocenti.
E dici “non mi è mai capitato ciò!” ongi volta che nella vita ti succedono fatti strani, anomali, cattivi. Ma poi lo dici tante di quelle volte che alla fine, capisci che è la normalità l’eccezione. E stupirsi serve solo a dire agli altri “m’hanno fregato ancora”.
O forse capisci che non c'è normalità...che l'eccezione è la regola. Che stai pronto con la guardia alta quando i pugni arrivano sempre sotto la cintola e ti continui a ripetere
non fa male! non fa male! c'ho le palle io! c'ho le palle!
FORSE E' PER QUESTO CHE I COLPI ARRIVANO TUTTI LA'?
Se ci affannassimo un po' di meno a gridare al mondo che abbiamo le palle forse potremmo tenere meglio la guardia e beccarci meno botte.



Se invece di pensare ad avere più palle cercassimodi avere più cuore?

E dai dolori metaforici a quelli fisici...
C’ ho i postumi della piscina. Quella cosa piena d’acqua nella quale ti tuffi a mozzarella per sentirti in forma sperando di diventare duro come un salame per l’estate che incombe.
E invece pure stavolta niente! Resto moscio. tenero. dovrò rassegnarmi a fare l’intellettuale di peso. Anche se le mie forme ricordano più quelle di un putto.
E meglio putto che figlio di puttana!
O era il contario?

Forse voglio un figlio?



O voglio mettere con il grasso distanza dal mondo? Cerco la psicosomatica underground nella mia noce…per giustificare la rotondità assolutamente fuori giro vita che trasborda sotto la camicia. C'ho la panza. Sono quello che le porta fuori per comodità…di chi mi guarda.
Sono quello che si dichiara sexi con le sue maniglie dell’amore…ormai diventate veri corrimani. Sono quello che c’ha la panza ma che non la butta giù perché a colpo d’occhio resto magro e ben scolpito con una buona giacca e …una camicia messa fuori.
Nel diario ho scaricato alcuni incontri di oggi.
leggete...ma nulla di che tranne un carlone...

Diario:
due incontri di lavoro. E uno tra amici.
Il primo deprimente il secondo fruttuoso. Un tipo –sedicente produttore- mi propone 15 mila euro.
Come mai non salto di gioia? Perché la contro partita sarebbe scrivere 15 copioni di una serie televisiva. Quindicimila per quindici volte 100 pagine da scrivere?

Proud whipped woman

Lo sguardo –il suo- è quello di chi ha pareggiato già tutti i conti con la vita. Di quelli che ormai si eleva dalle umane cose per affondare direttamente nell’ iperuranio dei carloni consacrati (chiamasi carlone il perditempo, cialtrone, stupratore del tempo altrui, posapiano, propositore di cazzate). Non è né cattivo, ne arrogante. Diciamo che mi fa pena. Forse perché crede davvero in quella proposta. O perché crede di potermi fregare con quella proposta.
Non so cosa mi fa più incazzare.
Anzi non so se sono neanche incazzato.
Ma inevitabilmente – da bravo guerriero della goduria- mi guardo dentro. Anzi allo specchio.
Forse ho sbagliato pettinatura. O la colpa è del dopo barba?
Forse dovrei vestirmi più cattivo..ma ci sono delle proposte talmente fuori. Assurde. Devastanti. Incongruenti (aggiungo che il tipo i soldi me li vuole dare a settembre)…proposte talmente fuori dalla logica divina che la domanda nasce spontanea.
MA L’HO INCORAGGIATO IO STO MENTECATTO?
MA CHE C’HO LA FACCIA DI QUELLO CHE SI FA PRENDERE PER IL CULO?
Chiarisco - per i non addetti ai lavori- che la proposta equivale a pagare dieci centesimi ad ora ad un cameriere. A questo punto sarebbe meglio andare a pulire i cessi, no?
C’è più dignità.
Comunque mi sciroppo la giornata leggendomi l’ultimo numero di Detective dante. Gustoso finale. Di quelli che ti lasciano appeso. E con un altro produttore simpatico e giovane iniziamoa preparare un documentario che ruota su un argomento napoletano. Per ora mantengo il riserbo. Amen.
poi ho fatto aperitivo con imma, luigi, Gennaro e Riccardo. Che ha voluto scommettere con me se riuscivo a far sedere al tavolo una tipa...che gli piaceva. ho perso. cioèla tipa l'ho fermata ..ma il piacere di porgere il suo culo tre secondi sulla sedia vicino al tavolo non me lo ha fatto. ora gli devo una cena, fanculo!

La sera vado con la ponzy alla presentazione di un libro. Cabaret, musica e cibo. So che domani c’è un’altra festa gagliarda. Tutto gratis, tutto ad alto livello. Che bello!
…godo!

martedì 29 maggio 2007

LETTERINA DA BIAGIO

MENO DICIANNOVE GIORNI AI MIEI TRENTANNI

Un mio compagno di liceo mi ha spedito questa lettera che trascrivo integralmente perché merita di far parte del blog.
La mia risposta è subito dopo.

"6 mesi e silenziosi passarono 6 mesi, e il ruscello scorreva e sussurrava mentre si immetteva nel lago del padiglione d'oro, sono 6 mesi, il vento tra le foglie pigre, sono 6 mesi, e i fiori pesco cadendo senza voglia nel giardino piu' bello di Kyoto, sono 180 giorni, e biagio, li', da solo, alza lo sguardo verso la natura e dice: e bbasta! aggia' capit'! famm' scrivere n'email a chillu' strunz' e alfredo! insomma, sono passati 6 mesi dall'ultima volta che ho visto il fellini col mascara, oh, excuse moi, il s'appelle kajal, il cavaliere d'oro dei registi, il pasolini peracottaro, il pingue omino, speranza del sempreinrimonta cinema italiano. che sara' successo in questi 6 mesi? nel caso mio, anche se te lo dicessi, non credo sia di interesse storico per la razza umana al di fuori del rutilante mondo dei creatori di varecchine e detersivi per la casa e per i panni. E se fossi al di dentro, potrei dirtelo, ma poi dovrei ucciderti. E quindi quasi quasi mi dispiace che non ne fai parte. Forse un paio di cose degne di note sono che almeno: mi so fatto un po' di viaggi, andando verso est: Helsinki, Novomovskovsk, Pechino, Kuala Lumpur, Kuantan, Kobe, Tokyo, Takasaki, Los Angeles, Chicago, Cincinnati, Citta' del Messico, Caracas. Il prodotto che ho fatto l'anno scorso e' comparso come il miglior detersivo per piatti della gran bretagna, con tanto di copertina (del detersivo!) su 'which?', altro che times! : )) ho 7 persone che lavorano per me, di cui uno ha happena cagato un figlio per osmosi (leggi: la moglie ha dato luce a un sano e paffuto bebe', meraviglia della natura, grandezz' e ddio), e quindi ha deciso di levarsi dagli zebedei per qualche tempo, sollevando una simpatica onda di lotamma che ha investito in parte la suola delle mie scarpe, ma ahime' ha sommerso impietosamente quei poverini che sono sotto di me, nel regno del terrore (o del terrone; la dovevo dire, alla faccia della caduta di tono, tanto la colomba sannia -te la ricordi?- non legge). Come avrai capito, dopo 5 anni di lavoro, ho capito che io mio modello di vita e' chiaramente l'uomo senza volto che accarezza il gatto sulla poltrona e preme i bottoni, e ogni due e tre spara un buuuuuuahahahahahahahhhh con tanto di pipistrelli alla dracula e nitrito di cavallo con fulmini alla frau blucher. ecco, come scrivere per 10 minuti senza dire una beneamata fungia di minchia, e' quasi un'arte, ma insomma, l'email per me e' fatta per mandare le prime cose che ti passano per la testa, senza filo logico ne' ovviamente pretese di dire qualcosa di sensato. In piu', il mio umore sta peggiorando di colpo, perche' ho come sottofondo la vocina stridula di tremonti, piacevole come un dito al culo con contorno di sabbia e sale grosso. E tu, sacchetta non raccolta, emergenza rifiuti mentale, discarica temporanea in un territorio gia' straziato da decenni di incuria, che mi racconti? (scusa, ho preso spunto dalle ultime notizie del TG3 su napoli). In realta' mi sta dando piu' soddisfazioni questa serie di offesse un po' troppo elaborate e costruite, piuttosto che qualunque cosa potrai mai rispondermi... pero' ovviamente dopo tutta questa inutile tortura della mia tastiera, una risposta me l'aspetto, e che cazzo! Almeno per sapere quando potro' vedere qualcosa di tuo in televisione... o al cinema?

un abbraccio

Biagio"

Caro te.

Inutile dirti che la mail mi fa piacere. Da una parte.

Dall'altra a leggere tutti i cazzi di viaggi che fai l'invidia mi sale a mille!

E mi ripenso a quando tutto tronfio dico ad una fanciulla x spararmi le pose che viaggio per lavoro tra Napoli e Roma e qualche volta (mentendo) aggiungo Torino....! 'nsomma mi sento un miserrimo. Perchè non dico Pechino? : )
E chi non vorrebbe alle soglie dei trenta che faccio tra 19 giorni...fare la vita che fai tu e vedere almeno una volta i posti che hai visto tu. Sto pensando che nelle mie fantasie più sfrenate...mi ci vorrebbero a questo attuale trend almeno venti reincarnazioni per vedere i posti che mi hai citato... ma mica li devi invidiare gli amici, li devi semmai emulare...o in alternativa puoi cercar il NEO!

Se trovare i ...nei, funziona con le pallottole, figurati con gli amici "arrivati".

E allora ci provo...e senza sforzo mi sovviene che ti occupi di prodotti chimici per l'igiene e che sei la quint' essenza di un fottuto - sia pure in scala evoluta e raffinata- pulitore di cessi.
E quindi mi ti immagino tipo pirata scopritore di mondi che solca i mari a cavallo di un bidet che brandisce uno scopino da cesso. E bile e invidia si placano!
Che bello innalzarsi abbassando gli altri. Credo che mi prenoto per il mio compleanno un soggiorno nel villaggio dei puffi.


Ma tra noi è così!

Ci fa bene prenderci per il culo. Ci diverte, no?

E poi lasciamelo dire ma vaffanculo...:-)

Fondo un blog per filosofeggiare sull'arte del piacere e mi ritrovo alle soglie dei trenta senza 'na lira, derubato, in causa con una produttrice, con debiti. E senza lavori che mi sussurrino la notte prima di andarmi a coricare "tranquillo, picciottino mio il mondo ti ama e ti vuole..." Tu sei il colpo di grazia! L’alabarda spaziale!
Grazie per avermi ricordato….che la vita è meravigliosa. Per qualcun altro. : )
Ma no, la verità è che mi sento felice come un pinguino che si è appena tuffato in una pinguina. Sento tutta l'anima del mondo fare l’orgia con il mio sistema endocrino. E mi fa proprio piacere che ti sei fatto vivo brutto stronzo. Perché spesso ci facciamo inchiodare dalla vita e ci ricordiamo della gente che abbiamo voluto bene solo quando muore... a proposito…tutto bene la salute? Sicuro che stai proprio bene? Proprio sicuro? Insomma leggerti è uno stimolo...(il portatile l’ ho portato in bagno e in questo momento non sono in posizione eretta). E leggendo dei tuoi viaggi dico” Ecco uno arrivato nella vita!”
Vorrei saperti felice e mi pare che te la cavi…anzi te la CAVE!
Della fanciulla che mi hai presentato sei mesi fa quando sei tornato a Napoli però non mi accenni...come va tra di voi?
Cioè ti sei lasciato? Magari sei cornuto e non lo sai? O magari lo sai?
Dimmi che anche la vita può essere una livella…per dirla con Totò.
: )

Ora non ti nascondo che pensando ai fiori di pesco che ti cadono intorno mi ti vedo come immerso in un manga, magari nel cartone di Lamù. E una stretta alla pancia mi prende sotto l'ultima costola.
E' ancora invidia? No, per fortuna è solo uno stronzo da partorire. Di quelli fieri enormi, a cui manca solo la parola. E’ frutto di una lauta cena offerta ieri da un produttore. E…mentre una parte di me si separa per sempre dal suo creatore. Non posso pensare che dall'altra parte del mondo...c'è un'altra parte di me che resta a me attaccata anche se lontana. E che ama i fiori di pesco e le acque cristalline. Chissà se un giorno vi incontrerete...tu ed essa. Per ora ti dico, fanculo amico mio! Perché arricchirai con questa tua lettera il mio blog che forse siamo solo in due a leggere visto che nessuno mi si caga (e siamo in argomento).

Fanculo a te che viaggi! E che ti senti realizzato. Mentre io mi sparo 40 minuti di yoga al giorno per avere il sorriso zen cristallino, ma poi al supermercato di simile a Cristo c'ho solo la lingua aramaica nella quale jastemmo quando apro il portafoglio!

Fanculo a te che ti riesce meglio di me il gioco della goduria. Per ora…Ma che poi mi servi per capire che nella vita conta solo divertirsi. E mi confermi la mia grande teoria ”godere dà successo. Scegli un destino che ti piace e piacerai al destino”. E tu, mia buona faccia di cazzo, sei sempre stato un maestro in ciò. Perché con quella cazzo di chimica…al liceo ti divertivi. Fanculo amico mio!
Perché sei un ricordo che la lontananza ha mantenuto pulito dalla quotidianità. E i ricordi viaggiano sempre insieme. E tu sei un uppercut in pieno volto che viene dritto dal liceo e salta tutto quello che sono diventato dopo – errori e illuminazioni fatte- E mi vieni in mente mentre mio padre ti sfotteva “Biagio adagio, Biagio vai adagio!” Ricordo che ti tormentava con questo tormentone. Mai stato un gran comico mio padre! Infatti non è morto ridendo. Ma con la mia mano in mano. Va bene uguale…
E quindi vaffanculo con amore. Anche per questo ricordo piombato all’improvviso. E ti ricordo che una parte di me si, quella parte di cui sopra... l’ho mandata a cercarti. E prima o poi ti troverà.

In Giappone, in Marocco...o dovunque cazzo i tuoi detersivi ti faranno navigare. :-) per darti da parte mia un caloroso….
Abbraccio!
: )
Leggimi se puoi. E partecipa se vuoi. Giochiamo.

Non perdiamoci di vita!

lunedì 28 maggio 2007

IL RITORNO DEL RE-CELLULA

MENO VENTI AI MIEI TRENTANNI



Il cellulare che credevo smarrito era sotto il sediolino dell’auto.
Bilancio: tempo perso. Cinquanta euro persi.
Godo bilancio: 1)ho testato la mia capacità di problem solvine e calma zen. Cioè non mi sono sparato quando l’ho perso. 2) ho un cellulare in più.
Adesso…
quattro sono i telefoni sul mio tavolo
Adesso.
Quattro come i lati di un quadrato che ti imprigiona o quattro come le ruote di un auto che ti fanno viaggiare.
Quattro come gli angoli di un triangolo isoscele.
E quattro come gli occhi che ti servono per guardare.
Il primo è un cordless. Il fisso. Che però ti ci muovi in casa perché è comodo. Quello che prima uno usava per trovarti e se non eri a casa eri perso. O forse no, perché quando non li avevano inventati i cellulari non uscivi se non eri sicuro di farti trovare o di trovare. Il fisso è quello che dovevi chiamare per forza quando sono usciti i cellulari perché se no pareva troppa confidenza chiamare sul cell mentre oggi è il contrario. Insomma il fisso. Quello che ti ricorda che una casa ce l’hai anche se facciamo di tutto per non restarci.
Il secondo è vodafone: quello storico. Quello con il numero buffo. E con tutti i contatti recuperati e i messaggini che impacchettano gli ultimi tre anni della mia vita.
Il terzo è tre: quello che fa i filmini, che ci guardi la televisione. Che ti travasi sul computer le foto. E giochi con gli amici. Insomma quello che non serve ad un cazzo.
Il quarto è tim. Vergine. Ancora non usato. Lo regalo ad Antonella che forse ha già pianificato di sostituirlo con il suo…

Perché parlo di cellulari? E’ che sono fondamentali. Anzi
NOI SIAMO IL CELLULARE.
Prima si chiedevano i segni zodiacali per verificare l’affinità.- oggi chiediamo le compagnie telefoniche. Se coincidono allora sei economicamente compatibile con le tariffe. Prima offrivi l’anello per chiedere qualcuno in sposa. Ora si fa la tariffa “you e me”.
Ma confesso una cosa.
Un po’ mi brucia il culo averlo ritrovato.
Perché quando uno perde una cosa o subisce un danno…scatta sempre un meccanismo di auto difesa magnifico.
DARE LA COLPA A QUALCOS’ALTRO.
Quando uno perde qualcosa, facciamoci caso, la perde perché il destino è ingrato. Perché il mondo è cattivo o perché la vita è dura. O perché c’è un messaggio divino che ti vuole far riflettere su più alte cose.
Cazzo.
Se ritrovi quella cosa c’è una sola verità!
Che l’unico pirla…sei tu!
Ma il godopensiero mi stimola a riderci su.
E infatti va bene…salute a me!
Niente dolore quando l’ho perso.
Niente dolore quando l’ho trovato.
Ma starò diventando un santone zen?
Mah!

Diario: Oggi diverse novità. Ho tenuto lezione alla scuola di cinema. La cosa mi ha divertito anche se ci sono stati intoppi vari. Con l’avvocato ho concertato una letterina al vetriolo per la produttrice insolvente. E mi sono abbuffato ad un ristorante grazie ad un produttore.
La mia pancia è più rotonda il mio portafoglio è intatto. Nell’aria sogni, idee e speranze. Va bene così. Il letto mi ha accolto salvifico.
Godetti. Scricchiolando. Ma godetti.

domenica 27 maggio 2007

meglio un pavimento sporco per un cuore pulito.

MENO VENTUNO AI MIEI TRENTANNI

Priorità e importanze.
Il ritorno del vicino. Quando l’acqua cade giù e i temporali vanno su.

Respiro. L’aria sazia di primo mattino…va bè, facciamo le che sono le 9:30. Qui intorno alla ponzyvilla c’è un coccolame di case basse stantuffate di verde a sprazzi e verniciate di cinguettii con controcanto di brezza marina…e un retrogusto di merda.
Sì, c’è la campagna e da qualche parte c’è una mucca che si svuota senza pietà. Qui Enterprice...siamo contro vento!
Ma che le faranno mangiare?
Intorno c’è la Ponzy - mentre io scrivo- che schiocca sul pavimento i suoi zatteroni rossi color fragola vergine. E’ un rosso da cartone che piacerebbe solo a Jessica Rabit e a lei, ovviamente.
Solo a guardarla mi arriva un appercut nell' iride. Ma la amo così. e le sue cosce sinuose perdonano tutto il resto.
La vedo andare su e giù.
Io mi atteggio ad Eminguei (lo so come si scrive ma almeno così mi si risparmierà qualche ettolitro di saliva per l’accostamento azzardato). Scrivo sul mio computer e faccio la cosa che so fare meglio…pontifico.
Le spargo le mie perle di sapienza ad angolo giro per la stanza.
Lei si smazza e io al computer pontifico.
La vedo un po' infelice. Intrappolata nella routine del "fallo che se no so cazzi".
Qual’ è il senso del discorso?
Fai PRIMA quello che ti gratifica fare. Le dico. E dopo quello che DEVI fare.
Se pulisci il cesso prima, per esempio, quante probabilità hai di finire tutta la giornata nella merda?


Davvero parecchio. Perchè viene meno il carburante dell' entusiasmo.
mettici pure la mucca con la diarrea...
Peccato che non legga il mio blog!
Antonella...non la mucca!
Ma siamo su due piani dimensionali differenti.
Lei pensa "io mi smazzo e questo si spara le pose da profeta"
e io penso di me "santo subito!"

Poi ognuno torna alla sua prospettiva.
E mentre lei si spiluscia la cucine io continuo a scrivere, e cerco in un respiro di fissare l’ADESSORATTIMO. Quel frappè divertente di presenza-animatua- anima-del-mondo-e-tempo- presente-senzatempo-all-in-one!
Ci provo.
Ma nulla! La Ponzy ora si è accanita con la sua spugnetta proprio sui mobili vicino a me! E allora ricontinuo e lei non mi si fila di pezza travolgendo a colpi di strale la mia vanità di pontifix.
E quindi le dico tuonando “è inutile pulire la casa se prima non pulisci il tuo cuore!”
Insomma.
Io lo pulisco il mio cuore. Facendomi i cazzi miei. Quelli che mi piace fare.
E resto un po’ sporco.
Non ho fatto il bidet.
Confesso.
Però ho scritto…e tanto. E ho goduto. E mi sento bene. Perché associo alla velocità della mia scrittura il senso produttivo di qualcosa di fatto bene.
E’ ok, no? Va bene così…giusto?
E poi…ho fondato questo sito che sta per prendere energia. Si chiamo http://www.godiamo.it/. È mio. Non c’è ancora nulla sopra ma è un progetto che mi scalda il cuore. Voglio creare un angolo di incontro per far godere tutti. In senso buono…
Dunque grande sprint. La sera andiamo a teatro a vedere ADE, l’autrice è amica mia e mi ha ringraziato calorosamente per il supporto e l’incoraggiamento.
Che bello.
E’ bello servire a qualcuno.
Perché se schiattassi ora sotto una scatola di peperoni …lanciata da un ottantesimo piano .
Ok, è poco probabile ma può succedere…!!!!! Se succedesse, non sarei morto invano. Avrei fatto comunque la differenza per qualcuno?
Ecco sarebbe un bel gioco chiedersi…per chi posso fare la differenza io?
Per chi posso ancora fare la differenza?
Se l’ acqua cade giù i temporali vanno su!
Ok, mentre mi crogiolo in questa perla di domanda…ecco che zzzzzzzzzzz
Citofono. E quando suona il citofono è solo una persona.
IL VICINO!!!!



Che poi non è mai stato così lontano…da me.
Insomma la ponzy, mollato il pavimento si è dedicata al pollice verde. E per innaffiare le piante ha fatto cadere l’acqua giù….sulla testa del figlio del vicino.
MA VAFFANCULO!
Lei, tubo dell' acqua in mano ed espressiono fuck-zen mi guarda della serie "prenditi la vita con filosofia" e io penso a me dentro ad un tritacarne o morto sparato.
Perchè sono io quello che al citofono si deve sciroppare frasi del tipo… “ e che cazzo! Porco XXX! Allora devo diventare cattivo!”.
Mi chiedo come risponderebbe Clint Istvud (anche qui so come si scrive, sia chiaro) ma mi esce solo un “hai ragione, ti chiedo scusa!”
Il punto è che ha ragione. Ma sono i toni che mi stanno sulle palle.
Ora l’esperienza qui mi insegna che se ti fai pecora ti si fanno GNAM.
No, forse il proverbio aveva a che fare con cappuccetto rosso, non ricordo. O con il sangue…che rosso è comunque. E può sgorgare a fiotti.
Cioè. è vero che quello c’ha la pistola. Ed è vero che mi fa paura. Anzi potrei cambiarmi dieci ultrapampers solo ad immaginarmelo cattivo.
Però cavolo siamo uomini e proprio io che mi sono proclamato GODOPRINCIPE devo trovare il modo di salvaguardare la mia incolumità e il mio sistema endocrino senza appizzarci la pelle!!!
Ok, per ora salute a me.
Se muoio sapete dove beccarmi.
Si sappia comunque che sono contento della giornata.
Ma la mia fantasia galoppa.
Sto cercando vendette creative.
E naturalmente goduriose.

sabato 26 maggio 2007

Scopare con la luce.

MENO VENTIDUE AI MIEI TRENTANNI
- io e la luce...
- Diario: scrivere godendo.


Ehiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
: - )
Non sono un buono. Io con la luce ci scopo soltanto. La corteggio, me la coccolo. E ci provo a portarmela a letto. So che è qualcosa da sedurre ogni giorno.
E’ frutto di un atto di volontà.
E... Sì che lo faccio senza preservativo. : )

E come si scopa con la luce?
Con un po’ di spirito e un po’ di corpo.
Con l’anima e la lingua.
Godere x me è piacere totale.
E il piacere totale non ha controindicazioni.
Quindi fuori tutte le cose che fanno male.
NO GODO
NO PARTY.
E nel mio party la festa davvero non finisce mai.
Uno dei principi del godere è il senza condizioni.
Per senza condizioni intendo dire che il piacere deve essere continuo, puro e duraturo. E senza sacrifici.
Per “senza condizioni” non intendo dire che te la puoi spassare a danno degli altri e a danno tuo.
Qui non si tratta di essere buonisti. Ma iper egoisti.
Perché pregiudicare il corpo e la mente che ti servono per avere piacere?
Esagerare in un mezzo di piacere comporta la rottura del giocattolo e se lo rompi hai finito di giocare.
Io non fumo ma non credo che smettendo di fumare risolverete i vostri problemi.
Per risolvere un problema devi capire che c’è al di là del problema,
e il vero piacere è un trampotraguardo(cioè sia un trampolino che un traguardo) non una garza con cui nascondere e tamponare temporaneamente un problema.
Anzi...tamponaramente....
angeli sulla Terra

Credo piuttosto che chi si fuma venti sigarette o venti canne al giorno..proprio non se la gode più la sigaretta. Ed esagerando finisce con il non godersi nient’altro.


Perché il tuo pisello e la voglia di scopare se ne vanno in vacanza ognuno in un posto diverso.
Fare le cose viziose troppo ci impedisce di farle sempre e sempre meglio.
E io voglio godere sempre e sempre meglio!
So che questo può sembrare una condizione. E quindi sembro cadere in contraddizione. In realtà non c’è contraddizione. Se esageriamo pregiudichiamo la possibilità di godere di più.
Io non dico non fumare. Io dico goditi la sigaretta. E goditi tutto quello che hai intorno. Sesso, cibo, sport, altro… Questo atteggiamento complessivo finirà con lo spegnere a monte…la tensione che porta a ricorrere alla sigaretta come ad un salvagente. Chi ricorre in modo accanito ad un vizio è perché a monte ha perso qualcosa. O non sta godendo al massimo delle sue possibilità.
E finirà con il farsi male.
Usare invece al mille per cento la capacità di godere, ci farà invece essere più grati nei confronti della vita e delle cose e quindi più gaudenti.
Non conta cosa fai per godere ma come e quanto vuoi godere.
Quindi niente limitazioni.
Solo occhio alla mira!
BANG!

Diario: e qui nulla di drammatico.
Per ora il vicino non mi ha ancora sparato. E i casi sono due a) c’è cascato. B) sta aspettando il tempo di comprarsi un’ altra pistola e sta meditando vendetta. In ogni caso è sufficiente sapere che respira sotto di me per guardarmi intorno perplesso e dare un peso diverso ad ogni passo e ad ogni respiro fatto in questa casa. E pensare che basta guardarsi intorno per vedere un piccolo paradiso di casette intrecciato nel verde, per dimenticare che ti trovi a Roma. E qui la fantasia galoppa molto.
Oggi sono felicissimo perché ho deciso di ignorare le mie funzioni corporali più elementari. Neanche al cesso sono andato…ho scelto di dare ciò che le mie mani mi dettavano di fare. E cioè tastare i tasti del computer e scrivere qualcosa che avevo nel cuore. Un soggettino fantasy davvero niente male: "gli immemori". Sono creature che hanno a che fare con la vita e la morte e si occupano delle anime in pena. Una storia d’amore alla ghost con qualche cosa in più di roba mia.
Insomma…non ci sono soldi per sta cosa che ho scritto. Ma la goduria provata nel farlo me l’ha fatta venire proprio bene. E non è escluso che piaccia alla casa editrice a cui voglio inviarlo.
Vedremo!
A cena abbiamo avuto due coppie di registi e produttori e alcune amiche. Mi piace circondarmi di gente gratificante e vincente. Perché ti pulisce. E’stato inevitabile che tra una "fella" di carne e un’ insalata la chiacchiera scivolasse comunque sul mondo delle lamentele. Cinema che non va. Magna magna di qua. Imbroglioni e marchettari dall’altra parte.
Circola nell’aria scompenso e malinconia. E intanto aumentano i prezzi dei lettini a mare. Dei caffè. Dei preservativi...
Esiste una via di fuga?
Sì.
Capire che la fuga sei tu. Con i tuoi occhi puoi scegliere dove guardare per prendere energia e tornare sul luogo della battaglia più forte di prima.
Questo forse è il principio base…per scopare con la luce.
per oggi è tutto.
si sappia che godetti!

venerdì 25 maggio 2007

LA VIA DEI PIEDI

MENO VENTITRE AI MIEI TRENTA
- trucco per trovarsi e perdersi
- diario: una perdita notevole


Ieri ho fatto un discorso ad una ragazza, Valeria, sull’ andare senza meta. Oggi ho avuto la mia solita spurgata che mi costringe a mettere in pratica quello che dico.
Allora mettiamo in chiaro una cosa. A me piace dire le cose che penso. E mi piace aiutare gli altri .
In sintesi mi piace apparire come un puro. Sono di quei diffusi cazzoni che ha sempre la soluzione per ogni problema. E’ così al 98%.
In quel restante 2% invece c’è la mia vita.
Come molti sono bravo a dare consigli e come molti me ne dimentico appena l’asse di interesse si sposta dagli altri a me.
In realtà questo accade perché i metodi sono buoni ma occorre ricordarsi quando usarli. Cioè…se cade una mazzata in testa a qualcuno è facile dire "vai in ospedale".
Ma se capita a te…e ti ricordi nonostante il dolore “cavolo, mi serve un dottore!” è là che sei un grande.

Io sono consapevole di essere debole nel “dopo mazzata”, ma sento di essere molto forte…nel prevenire. Cioè so che a mente lucida posso fare molto per la mia vita. E so che quando arrivano le botte una buona imbottitura può darmi una mano a tamponare la mazzata.
Sono uno che si preserva.
un preservativo...



Ma veniamo al piacere.
La nostra vita è ben scalettata. Studi, poi ti trovi un lavoro, hai le giornate impacchettate in giorni pari e dispari, in feriali e festivi in pomeriggi e mattine. In lavoro e svago.
E?
E finisce che non puoi più farne a meno di pianificare o di sapere che fai quando lo fai e come lo fai…
A questa mia amica Valeria ho consigliato di fare il “gioco dei piedi”


IL GIOCO DEI PIEDI
Nulla d’erotico…purtroppo. Ma di sicuro è un gioco molto utile, che eventualmente può diventarlo.
Si tratta di andare in giro e far decidere ai piedi.
Sembra facile ma è la cosa più difficile del mondo.
Perché siamo abituati a decidere noi.
E noi significa il cervello, PICCOLA GRANDE NOCE DI PAURA e doveri, di desideri e pensieri.-


Piccola noce che ha sempre qualcosa da fare di diverso da quello che vorresti fare davvero.
Quindi i piedi sono abituati a “farsi decidere”.
Il gioco ti dice di fare il contrario. Diamo potere ai piedi!!!!
E vediamo che dicono!
Le giornate noi le riempiamo e basta…di cose da fare, da pensare, da agire e collegare.
C’è sempre un motivo.
Invece, ho spiegato a Valeria, "fermati in questa piazza. Osserva i tuoi piedi. E dimentica che stai camminando per cercare una strada che ti porti ad un pulman e che ti porti dove devi andare.
Dimentica che devi fare qualcosa. Fissa i piedi. E chiedi loro di portarti da qualche parte".

Il gioco consiste nel mollare lo scopo. il concetto di viaggio verso X.
Se elimini il “verso x”, recuperi il vero senso del movimento.
La mente si alleggerisce la scorza della noce, per amore del pappice, si apre e ci godiamo il frutto.
La leggerezza. L’ esserci senza legami e senza mete.
Piedino. Segue piedino. Che segue piedino. E ancora piedino…
Piedino. Piedino…
Come faccio a sapere se il gioco mi riesce bene?
Lo capisci da dove arrivi. In genere piedi e mente non vanno d’accordo.
Se ti ritrovi nel solito bar o nella solita strada hai toppato. Se invece ti sembra di stare a Gerusalemme nel centro della tua città…vuol dire che hai fatto il miracolo.
Hai lasciato fare ai piedini.

E dunque ho fatto questa pippa proprio ieri a Valeria e…?
E niente! Lei mi sgrana gli occhioni ammirata e io, travestito da maestro Jedi, mi sparo la mia posa da eroe dei mille mondi. Io, signore dell’ altroquando. Io, deus ex machina in motorino. Io psicotitano conoscitore delle arti.
L’accompagno al pulman e porto i miei piedini dove vuole la mente. Evidentemente traditore delle mie parole, mi insacco nel portafogli un sorriso da maestro consumato.
Vaffanculo a me. E solo perché mi amo. Dovrei razzolare meglio!
Per fortuna la divina provvidenza mi ha apparecchiato un dono magnifico.
Un dono formato siluro. Per farmi diventare un vero godo maestro e mettere alla prova questa sfida.
Perdo il cellulare.



Esatto.
Quella scatolina dentro la quale ci seppellisci parole, messaggini, parole, ricordi. Quella con cinquecento messaggi in archivio che non ho mai salvato sul computer perché non avevo tempo e che ora scopano con l’oblio definitivo. Quella scatola che si dovrebbe usare solo per parlare e invece ci spari dentro filmati, foto, nomi e frullati di Noce.
E mi chiedo due o tre domande inutili del tipo...

IN CHE MODO POTEVO ATTUTIRE IL COLPO?

POI DECIDO DI CONCENTRARMI SULLA SOLUZIONE.
e mi chiedo...
E dopo il suluro?
Mi fermo e penso. L’ho perso.
C’era dentro un maremoto di persone ricordi e pensierini.
Ma io sono ancora qui.
Chissà perché mi guardo i piedi.
Poi la strada. Siamo a viale trastevere…E’ finita.
Mi dico.
O è iniziata?
Cosa mi rimane adesso. La tasca vuota. Pesa.
Strano, eh? La mano, come quella di un fumatore incallito, si fruga…si scava addosso. Si tuffa con ansia da palombaro e riemerge come un pesce morto.
Continuo a guardarmi i piedini.
E che mi rimane adesso?
Cosa rimane al predicatore grandioso e razzolatore fetente?
A me?
Ora che sono sganciato. Dai ricordi. E dalle miserie. E dalla possibilità di contattare chicchessia, visto che a memoria ricordo solo i numeri utili, Capisco quanto è inutile tutto il resto.
Sono libero dagli appuntamenti. Dagli incontri. Dai doveri.
E preferisco non pensare ad una soluzione.
Preferisco sgonfiarmi in un respiro di sconforto…che diventa già resurrezione.
Ora che le tasche sono vuote, puoi tenerci dentro tutte e due le mani aperte.
Penso.
E’ comodo essersi persi dal mondo.
E guardo ancora i piedini.
Da quant’è che non li lascio correre i miei piedini?
Per le strade nascoste ai miei interessi. Per le piazze inutili, per vicoli che non mi servono a niente.
Da quando non faccio scorrere le lancette con l’arrogante pace dei matti.
Che se ne fregano del dove e del quando. E sanno fare dei loro piedini una bussola invincibile, l’unica che sa cosa ti serve davvero.
Corro.
E me ne fotto.
Domani avrò un nuovo cellulare. Lo so.
Anzi mentre corro non lo so.
Perché mi piace non sapere dove mi porteranno…
i miei piedi!

giovedì 24 maggio 2007

l'arte del boh

MENO VENTIQUATTRO AI MIEI TRENTA



Sono un uomo di successo?
Domanda arrogante per un bloggettaro come me che alle soglie dei trent’anni non può proprio dire di avere avuto successo.
O sì?
Domanda pericolosa come tutte le domande
da finalcoutdown, lo so...
Domanda che si presta a troppi giochi di parole metaforici.



ma il successo è una componente fondamentale per chi si avvicina a tirare le somme dei trenta.
Vediamo
La Fama che vorrei, non ce l’ho. Ma la fame nemmeno.
Sono ancora nella zona grigia dei sognatori emergenti in emergenza. Eppure mi sento bene. Una prima conquista è stata capire che la felicità non ha “perché”. Se ti senti felice sarai percepito come un uomo di successo. Se non c’è un reale perché alla tua felicità allora sei DAVVERO un uomo di successo.
Il trucco quindi è nel capire il segreto del Boh.
Perchè sei felice?
BOH!
Se rispondi così allora è fatta! Naturalmente devi essere a) davvero felice b) devi davvero non saperlo il motivo. Se ti hanno fatto una promozione o stai pe scopare con una strafiga o stai per partire per un viaggio intorno al mondo...non è proprio che nn lo sai il motivo.
CERCHIAMO IL BOH DENTRO DI NOI.


Perché se c’è una causa allora questa causa è temporale e corruttibile. Se la goduria è invece nel tuo sguardo…saprai trasformare in oro tutto ciò che guardi e durerà per sempre.
Questo è il mio concetto di successo. Avere uno sguardo brioso. Un godosguardo!
In pratica…non significa niente stare bene perché abbiamo avuto una buona notizia. Significa molto godere a prescindere. Anche quando arrivano le brutte notizie…
Io sono contento di avere avuto due proposte di lavoro in una giornata. Perché mi darà soldi e mi fa sentire cercato. Ma so che la mia capacità di godere nn può dipendere da questo.
Piuttosto è interessante come sono arrivato a questi risultati…

E ora “godoperla” di oggi.


“Il segreto del successo è…divertirsi”.

Lo ripeto perché come tutte le grandi verità può sembrare banale.
Godere...dà successo.
e godere da successo.
due concetti importanti uniti da un gioco di parole (il primo è "dà" verbo il secondo...ba be'...s'era capito, no?)
E’ l’unica strada. Il segreto del divertimento è fare cose che ti divertono. Cose che ti fanno godere…ti fanno stare bene. E soprattutto assecondano la tua vera natura.
Se ti diverti sei vero.
Se sei vero la gente ti darà ciò che davvero vuoi.
E che ti fa bene.
E quindi, indovina un po', starai bene prima e dopo.
Ciò ti renderà felice.
La persona che mi ha proposto lavoro…lo ha fatto valutandomi in base a delle cose lette sul blog. Non in base ai miei lavori o ai miei film fatti.
No! In base ad un blog.
Che ho scritto senza calcoli economici o finalità lavorative.
ma solo per assecondare il mio titillante ego
bramoso di auto soddisfacimento espressivo.
Questa è una grande vittoria.
Sono stato premiato per aver fatto qualcosa che mi divertiva e che sentivo autentica.
Spesso si martella sul chiodo che vogliamo colpire.
Questo è logico.
Ma lo facciamo senza sapere perché...e senza chiederci se è davvero quello il chiodo che vogliamo colpire.


Facciamo piani, decidiamo strategie mettendo in conto tutto, tranne la nostra reale gioia. Ci dicono che il dovere è importante. Ma ci fanno dimenticare che la chiave della vita è solo il piacere. Il dovere è un mezzo…solo un mezzo. E se lo lasci SOLO come mezzo, resti solo.
Dare priorità al piacere riattiva la volontà e investe di luce nuova le cose che DOBBIAMO FARE.
E se diventasse tutto piacere?
Chiediamoci come trasformare i doveri in piaceri. E aggiorniamo il brio planning.

mercoledì 23 maggio 2007

il ponte dei druidi

MENO VENTICINQUE AI MIEI TRENT'ANNI
nozioni di brioplanning
pensierini sfusi per vivere meglio


Stasera ho mangiato una ricca cena fredda a casa di un’amica. Ha avuto un lutto due giorni fa. E mi ha detto che un altro amico le è morto.
Sì, v’ho fregato. La foto di apertura era per farvi leggere…
O forse c’entra con quello che stiamo dicendo?
Quanto c’entra la vita quando si muore?
Chissà perché quando uno muore si dice…è la vita!

Prendiamo una botta e giù a scofanarci un barattolo di nutella o un chupachups. Pensiamo di godere, ma stiamo tamponando.
Strano che un blog iniziato per tenere la mente serrata sul piacere, finisca inevitabilmente per affondare il naso nella morte o in altri argomenti meno ameni.
Strano cioè che da un po’ ballino intorno concetti di questo tipo.
E in fondo fantasmi e paure sono la stessa cosa, no?

Entrambi sono fatti di aria fritta.

Ed entrambi hanno l’odore talmente forte da farci fare una smorfia brutta sulla faccia che con il tempo rischia di scolpirci le espressioni e diventare la nostra unica faccia.
Quindi attenti! Non vi metto un’ altra lapide oggi. E non parleremo di scatole. Ma di una mia amica che deve affrontare due funerali questa settimana.
E direte “cavolo! Ancora?”
E rispondo. “sì!”
Perché il piacere credo debba partire innanzitutto dal dolore. Dal fatto che c’è. Poi lo puoi superare.
E no, che non sto a tirarmela da filosofo!
Ma godersi la vita non vuol dire fottersene del dolore. Perché tanto è una cortesia che il dolore non ci restituisce mai.

Godere non vuol dire neanche fingere di stare bene. O passare sul dolore degli altri per farsi i cazzi propri.
Godere è il piacere che provi realmente per quello che fai.
E presuppone una cosa preziosa e rara.
CAPACITA’ E VOLONTA’ DI GODERE.
Volontà di esserci nella vita.

Sempre.
Capacità di capire che le nostre emozioni LE SCEGLIAMO noi.

E se non facciamo un brio planning. Cioè se non DECIDIAMO come disporre le nostre occasioni di piacere in modo tale da godere ANCHE SE la vita picchia duro…allora tutto ci travolge nella casualità.

E finisci per godere SOLO se ti capita qualcosa di piacevole per caso.
Non è chiaramente la filosofia del GO-DO.
Ok, in questo blog non si parla di tette e culi…al massimo ve li faccio vedere.




Qui cerco il modo di godere
MA IN MODO AUTENTICO.

Anche quando le cose, come spesso accade, non vanno come vorremmo.
A questa mia amica che ha subito due lutti in pochi giorni non posso dare una pacca sulla spalla e dire “su con la vita! Pensa positivo”. Perché è una stronzata.
E poi, perché se qualcuno ti parla di un lutto…pensi ai tuoi di lutti. Quelli che hai avuto e quelli che avrai. Altri, più egoici…pensano alla propria di morte. E il morale va tutto giù...a volo d’angelo, no?
A me la morte però, quella degli altri, ha sempre dato energia. L’istinto è raddrizzare la schiena. E una vocina in stereofonia mi dice “ehi, guarda che culo che hai a respirare ancora! Ma quanto vuoi sprecare il tuo tempo…a tritare i tuoi neuroni con quella cosa chiamata pensiero, invece di emozionarti. E vivere di quello che hai?”
VIVERE DI QUELLO CHE HAI.
Fare una limonata con un limone.
Fare una granita con del ghiaccio.
E se ti capita un cetriolo?
….fatti una cetriolata! : )




Perché il dolore quando c’è va proprio succhiato. Sentito. Assaggiato. Riconosciuto. Solo così puoi davvero fare spazio ad altro.
E questo blog…che doveva essere un po’ scozzone è nato comunque con me che ho perso, soldi, dignità e speranze. Non vuole essere ne ipocrita ne consolatorio.
A lei ho consigliato di fare il brioplanning. Cioè –soprattutto nel suo caso- di pareggiare i conti.
Mi spiego. Per lei l’agenda prevede due funerali nell’ arco di due giorni. Cosa le ho consigliato? Di sistemare nell’ agenda cose motivanti e positive da fare prima e dopo. Questo non serve a negare quello che accade. Serve a COMPENSARE.

Il dolore va riconosciuto ma poi ricontestualizzato.

Questo non significa che va riscritto il file della sofferenza.

Vuol dire solo armonizzare un lungo, modulato e doloroso acuto con una sinfonia che ci possiamo scegliere noi. Che si intoni con il suono doloroso ma che sappai poi esplodere in un' orchestra altra. Non siamo responsabili di quel lamento singolo ma del concertino intonato sotto…sì!
Il dolore non puoi evitarlo. Ma puoi cambiare il modo di guardarlo.
Personalmente credo che sia sempre possibile godersi la vita. L’unico presupposto è sapersi guardare intorno. E apparecchiarsi il menù, finchè si può, a nostro vantaggio.
Finchè si può.
E quindi come si fa il brio-planning?

L’ho spiegato…in un blog scorso. Qui do qualche nuova spiegazione.
A) prendete uno schemino della settimana futura. O di trenta giorni come ho fatto io. E invece di inzepparlo con quello che dovete fare. Metteteci solo le cose che vi fa piacere fare. Quelle che vi danno entusiasmo solo a pensare di farle.

E poi ficcate dentro anche “pezzettini” di grandi sogni che vi fanno stare bene. Per pezzettini intendo piccoli passi che portano ad un sogno importante e grosso.
Poi guardatevi il brio planning così apparecchiato. E armonizzatelo. Fate in modo che le cose piacevoli da fare siano ben sistemate nella settimana. Tracciate tra una cosa piacevole e l’altra un ponte colorato.







Accertatevi che i ponti non siano troppo lunghi. Solo dopo…passate ad inserire doveri e rotture di scatole…sotto i “ponti”. Il godo-ponte ha lo scopo di “ammorbidire” quello che c’è sotto…doveri, rotture di scatole…

Fatto bene ogni dovere o cosa triste da fare si troverà isolata sotto ad un ponte. E lì che la partita la vincete.

Compensando.







p.s. non sono sicuro di aver aiutato la mia amica. Ma paradossalmente lei ha aiutato me. Perchè questo gioco dei ponti...lo devo a lei.

Ed è nato da una domanda: come fare un brio-planning in cui piomba all'improvviso un funerale ?

per oggi tutto fu...

martedì 22 maggio 2007

PER ROMPERE LE SCATOLE...:-)

MENO VENTISEI AI MIEI TRENTANNI


Per chi le rompe e chi ci si chiude dentro.










Mezza notte passata. Quindi siamo già ad un altro giorno scoccato. Chi sono io adesso? A quest'ora con le mani stanche sulla tastiera. La sfioro come una donna vellutata. Cerco dentro di me il fine ultrimo della creazione e mi viene solo un ruttino che ha il sapore di qualcosa che devo aver mangiato quando ero ancora nella pubertà.
Poi accade un fatto strano. Mi capita di rileggere il mio nome.
E' strano perchè mi appare il nome di un estraneo. nome e cognome. Sembrano quello di un altro.


Ho come la certezza di non essere io.
E la mente che adora i giochini associativi mi riporta a quando ero alto quanto un coriandolo, piccolo a sufficienza da camminare con la manina stretta in quelle delle mie due sorelle gemelle. Due sorelle. Due manine.
Solo i piedini sono liberi di muoversi nel cimitero. Quello enorme di napoli. Quello antico.
Dovevo farmi il giro dei morti dei morti con le due gemelle. E ad un certo punto una sorella mi indica una lapide in alto. C'era nome e cognome mio sulla tomba. Era mio nonno.
Ma io avevo sei anni. E quando c'hai la famiglia con la fantasia limitata...sono cose che capitano.
Hai subito un preciso quadro di quello che diventerai..........COMUNQUE.Chi sono adesso?
Un nome stretto in un cognome? Stretto in un ruolo? stretto in un obbiettivo? stretto in un sogno?
Dove sono stretto io?


E tu che mi leggi?Possibile che un nome ci contenga davvero per intero?
E fino alla fine? Nomos dal greco è destino. Dando un nome alle cose scegliamo un destino una strada per esse. Perchè dovremmo voler guidare un asciugamani...per esempio? E io? in trent'anni non sono più il tipo della foto che ho sulla scrivania di Napoli.
Paffuto, abbronzato e con gli occhi pazienti. E non c'è più la mano di quell' uomo, mio padre, a tenermi in posa.
Dietro gli aereoplanini delle giostre. Che splendida metafora delle ali costrette. Dell' illusione del volo.
ci sono io con i sogni del mondo nelle pupille. E dietro i sogni del mondo che non voleranno mai. Non ho più neanche quella maglietta. Adesso mi piace il verde...dopo essere passato per un lungo periodo di nero.
Andava proprio frote Matrix Eppure mi chiamavo sempre ...in quel modo. nome e cognome.
Prima, dorato e paffuto, ora grande e nero! :-) Ora ho la barba. Sono più veloce di quel ragazzino. So i miei limiti e ho scoperto come farne un limite per gli altri quando mi fanno male. Piango di meno. E smetto di uccidere la gente a colpi di lacrime.
Sono più dolce e meno lamentoso. Sono meno fragile. E più efficace con chi va messo a bada. Insomma c'è altro in qel nome. Eppure loro, gli altri continuano a chiamarti così. Nome e cognome.
Sempre quello. Identico. Quante volte c'hanno riempito con un contenitore, con il tuo nome? Come se nella scatola di fagioli adesso ci fosse del caviale...e loro continuassero a sentire l'odore dei fagioli....solo perchè c'è scritto "fagioli". E' così, loro sentono l'odore dei fagioli. Perchè vedono la scatola. Non ci facciamo fregare!Cambiamo anche la scatola....se no finiremo con il credere a quelli che leggono. E non a quelli che odorano e assaggiano. Che sono pochi! Se le parole suscitano emozioni.
Se un nome evoca per forza un colore. Freghiamocene.Diamo noi al mondo il suono che vogliamo ci accompagni. provate a presentarvi a qualcuno con il nuovo nome. dite ad alta voce io sono...Ma sì! Scegliamoci un nuovo nome.QUESTO Eì L'ESERCIZIO DI OGGI. Scegliamoci un godo nome! Un nome...libero. magnifico.
Che ci scopra nascondendoci. Che ci protegga scoprendoci. Che dica a tutti quello che c'è nella scatola. ma per davvero prima che finisca, come mio nonno, in quell'altra
...di scatola! :-)

lunedì 21 maggio 2007

IO E LA BARALE

MENO VENTISETTE AI MIEI TRENTANNI

Celabrare un compleanno con un diario, celebrare un traguardo o una vita con delle parole. Condividere un anima con tante.
E' la paura che crea questo gioco?
Cerco la goduria per non avere paura?
Sto pittando di smalto una noce marcia?
NO.
E' un po' che me la godo davvero.
Lo so perchè la mente è libera da pippe.
lo so perchè parlando con i vecchi amici pippaioli sento che sono meno pippaiolo.
parlo di pippe mentali...ovviamente perchè il trend delle altre è sempre fiorente. :-))))

In realtà capisco che il mio punto di vista con il tempo è cambiato.

Giorni fa Flavia Vento ha fatto trent'anni. Gemelli come me. Donna. Bella. Famosa.




E io?
Ecco una domanda pericolosa...unite un punto interrogativo con quelle due lettere "I" ed"O" e di sicuro innescherete il principio della fine.
MAI chiedersi qualcosa con la parola "io" in mezzo senza garantirsi almeno un aggettivo POSITIVO nella frase.
Le domande che ci facciamo FANNO LA QUALITA' DI QUELLO CHE VEDIAMO E QUINDI CHE SIAMO.
LE DOMANDE pilotano l'attenzione della mente su quello che c'è nascosto dietro il punto interrogativo.
Non siamo responsabili di quel "dietro" (E basta guardare il culo di Flavia!!!!)
che accade dopo...ma dei punti interrogativi sì!
Quindi occhio a c0sa ci chiediamo quando usiamo la parola "io"!
Occhio...e

x fiutare i tuoi sentimenti e le emozioni positive che le domande giuste ti suscitano.

Sarebbe utile decidere prima qualche aggettivo GODURIOSO. Tipo "Fico", "gagliardo", "felice", "eccellente"...etc...
Proviamo nel mio caso...ma che domande mi potrei porre a pochi giorni dal mio compleanno?
Davanti ad una mia coetanea bella famosa, certamente ricca. Preciso la domanda "che potrei chiedermi per non spararmi?" :-)))
vediamo...
Ce l'ho un culo bello cos' io...?
No e non me ne frega...! Meglio riformularla in modo da avere una risposta gratificante.

Cosa ho fatto di bello io alle soglie dei trenta?
...BANG!
No, scherzo....
Cosa ho combinato di fantastico che mi cambierà la vita certamente in meglio, io?
Cosa mi piace della mai vita gagliarda?
etcc,,.,
giochiamo a trovare domande interessanti.
Giochiamo a pilotatare l'attenzione su di noi in modo buono.
Senza giudicarci male. Senza farci male.
Dopo il brio planning l'argomento di oggi era per la GODO SFIDA è...CERCA QUELLO CHE DI TE E' BUONO. E SOLO QUELLO. CERCALO RIFLETTENDO E SCRIVENDO E CHIEDENDO A CHI TI CONOSCE SOLO LE COSE BUONE.
FALLO E GODI!
(fallo...verbo) :-))))

E ora...
DIARIO
(cioè i cazzi miei...imperlati di pensierini filosofici)

Sveglia alle 10:00. Agonizzo verso la parodia di un caffè preparato malvolentieri. La mente viaggia su di giri. So che oggi è momento di pugna. Guerre pensate. Guerre amate. Guerre con i peli bianchi. Sono tanti perchè non ho ancora tagliato i capelli?
Guerre da combattere goduriosamente.
Penso a come rendere piacevole il processo.
Applico una DOMANDA CHIAVE
Come posso vivere in modo godurioso la giornata?
Sbucano tante rassicuranti prospettive e una nuova frase CULT.
:-)
Vincere è nel godere mentre combatti.
Devo preparare il mio brio planning.
Studio leggo scrivo telefono...capisco che la parte più bella è fare telefonate.
Anzi fare.
Prendo appunt. Con un produttore.
Che mi conoscano! Che sappiano che io gli obbiettivi non amo perseguirli ma PERSEGUITARLI.

Salto la doccia. Penso sempre che c'è tempo. Così a mezzogiorno arrivano i Ghostbuster allertati da insolite anomalie nei meandri delle mia arcate ascellari. Provo a convincerli che basta una doccia. Così mi lasciano andare.
La mente pensa agli ultimi eventi di questi giorni.
Una Roma violenta in stereofonia. Con vicini urlanti fuori campo e caffè offerti a poliziotti per sventare un suicidio. (leggi il post "un risveglio terribile")
Penso al rassicurante vuoto di perdere contemporaneamente soldi sul cell, in banca e speranza di nuovi guadagni.
Penso alla sorpresa di un vecchio lavoro remunerato.
io che faccio l'attore nella sit com di un amico.
Penso che le gioie arrivano solo quando fai cose che ti divertono. E poi penso a questo gioco. Il blog. Fatto per farmi stare bene. per dare una dignità alle giornate anche, come questa di oggi, di eclatante sembra proprio non capitare nulla.
E non lo cito nemmeno il barattolo di nutella che mi sono seppellito nello stomaco!
Sento già il trionfo dell' oltretomba ballarmi il tip tap nella pancia.
Non dovevo mangiarla la cioccolata con i crackers...e la frittata di pasta. Sì l'ho fatto! Insieme.
ma non starò a rimpiangere nulla.
Anzi me la sono goduta quella nutella.
Perderei la sfida se no!
E la voglia di stare bene.
Perderei me stesso.

Come però non citare....Paola Barale e il servizio che la tv di stato (Quella che paghi il canone e che dovrebbe arricchirti) ha fatto sui suoi quarant'anni. La vedi che si muove vaporosa, osannata dalla grazia di inquadrature sagaci, beatificata da canzoni gagliardose. Si parla di bilanci di una vita che cambia...dopo. Dell' ingresso negli "ANTA".
Interessante come impacchettiamo la vita nelle cifre o nelle parole. Ci servono proprio i suffissi i prefissi, i punti fissi e le fesserie....
Allora tuffiamoci in un gioco di parole mediocre che la dice lunga sul pensiero contemproaneo. Vediamo...stavo nei "enti" e sto entrando negli "enta" mentre la Barale entra negli "anta".
da Enti a Enta a Anta. Maroooooo!
Interessante però...se dai numeri debordi sulle parole la tentazione è sempre quella di metterci nei pacchetti. Parole e numeri...una sola trappola.




Tornando alla Barale...eccola lì che fa foto, alza il culo, increspa le labbra. Quarant'anni da consacrare al dio lingua....ops! il blog non è vietato ai minori lo so! ma è proprio una gnoccona!
E insomma...il montaggio alterna la gnocca con tre quattro opinionisti.
E in trasmissione ce n'è uno pelato dall' aria "esperta di cose". Di quelli che sembrano avere la "laurea in vita". Gli chiedono se arrivare ai quaranta cambia la tua vita. E lui con la certezza di un matematico che ha da poco rubato gli appunti di Dio ASSERISCE lapidario con questa frase "avere quarant'anni ti cambia tutto. Certo una volta che li hai compiuti...arriva un nuovo e più terribile fantasma. Quello dei cinquanta!"
E io pago il canone Rai, sapete?


IL FANTASMA DEI CINQUANTA.
Ma perchè pensiamo al nostro culo come al vino scadente? che con il tempo...peggiora?
Perchè non immagginiamo la vita come un'ascesa?
io sto fantasma dei trenta non so se ce l'ho addosso! Certo è meglio che farne cinquanta.
sarà che ho un trucco io....
Eccolo



No! non è il tipo nella foto che mi interessa...ma quello che c'è intorno ovviamente.
una lapide.
uno pensa al fantasma della vita quando basterebbe farsi un giro nei cimiteri e prendere una bella boccata d'aria per risorgere dalla "morte della vita".
E questo forse che ci rende più forti.
Il fatto di dover morire.
Fanculo traguardi enti anta e enta.
Ci serve solo un anta per il cervello. Per vivere di più nell' adessorattimo.
E sfanculare pensieri e fantasmi.
per ora dal pianeta godo è tutto.
Le vicine di fronte mi hanno invitato a mangiare del riso al curry.
Non è tipico napoletano ma è bella la vita fatta di queste piccole cose.
respiro.
prendo fiato.
sto godendo.

E fatevi vivi, godieri in erba.

non perdiamoci di vita. :-)))))

domenica 20 maggio 2007

vuotare il sacco

MENO VENTOTTO

Confesso che mi ero semplificato la vita quando ho deciso di ritagliarmi 30 giorni di paradiso prima dei miei trenta.
Sì, perchè SAPEVO che averei avuto dei soldi
e SAPEVO che il lavoro andava scemando...
INVECE....COLPO DI SCENA
Sono rimasto a secco per una truffa subita.
e mi sono trovato senza soldi. Una grande sfida per LA SFIDA DEI 30 GIORNI.
Quello che doveva essere un VIVERE GODENDO
deve diventare un VINCERE GODENDO
BENE.
LODE A ME. :-)
Sto perfezionando il mio Brio Planning. presto lo publicherò...
Qualcuno vuole partecipare? Mandare il suo?

DIARIO.
Quindi sono a Napoli. Non quella dei film o del mito ma quella delle sorelle assenti, delle case vuote e delle mamme con orticaria post cancro. Quella che sa accoglierti a braccia aperte ma con gli occhi da meretrice. Che ti invita ma ti dice arrangiati. che ti ricorda che sei quello che ti abita intorno. E io che sono approdato con dieci euro di treno lento solo il giorno prima, mi chiedo quando ritornerò in aereoplano da Roma. Magari con cavalcata trionfale delle valchirie.
Mi domando...e mi rispondo. "Spero mai"...sareri proprio pirla da Roma a Napoli...a venire in aereo.
Dunque quello che ho trovato mi ha divertito. Il vuoto di 180 metri quadrati di una casa può essere un' opportunità se hai fame di te. Del tuo passato dei tuoi pensieri. Anche se il sorellame si accanisce a colpi di cellulare sul fisso e sui due mobili. "Come stai? che fai? dove vai?" mille domande al quadrato. Sempre le stesse. Sempre buttate lì quando ritieni di avere qualcosa da fare. Il punto è che mi sento il lotta per fare le cose. non che mi dia anzia.
Ma so che la mia evoluzione finale è nell' ADESSORATTIMO.
Cioè l'attimo che attimizza! E ottimizza.
Mi sono tuffato nell' otium. Ho mangiato parecchio da mia madre. Ho parlato ad un'amica di un programma di miglioramento personale che sto facendo e la cosa inevitabilmente mi ha dato molta energia.
Accade un fatto strano. la gente mi trova energico e mi chiede "che c'hai?". Io rispondo e spiego che ho maturato una nuova prospettiva di vita anche se le cose vanno a rotoli. Parlo del Blog e dello stimolo che mi da a vivere godendo...per ora tutto ok.
mancano solo i soldi.

sabato 19 maggio 2007

PIANIFICA LA GODURIA

MENO 29 GIORNI AI MIEI TRENTA
Complia il tuo brio-planning per la goduria
Diario: sesso e telefoni. Non vanno d’accordo.

Primo resoconto del primo giorno:Ieri ho goduto. A) perché ho risolto una situazione con il vicino che poteva precipitare. Sì, l’ho fatto in modo “poco convenzionale” ma è pur sempre la mia maniera…io sono un canta storie…no? B) ho fatto azioni concrete: iscrizione palestra nuova e azioni per sbloccare il mancato pagamento.
Mi ha fatto godere la sensazione di recuperare la gestione delle cose ovviamente.
Insomma, per ora…salute a me!
Ora veniamo alla sfida dei trenta giorni .Ieri credo di aver “convogliato” a giuste speranze situazioni complicate. Ma Godere non vuol dire contenere o tamponare, vuol dire davvero spassarsela.
Allora ecco il programma.
L’ho pensato per me e gli amici del blog. E l’ho chiamato…

BRIO-PLANNING
….per GODERE nei prossimi trenta giorni .
Seguito scrupolosamente tutti i punti.

1) Prima di fare il brioplanning trova qualcosa di concreto e alla tua portata da fare adessora! E falla subito. Ti piace? Ti fa stare bene? Goditela. Sorridi e prendi un pezzo di carta e una penna.

2) Ora che sei tutto godurioso. Fai una mega lista di cose che in genere ti fanno davvero godere alla grande. Ma proprio alla grande. Che ti fanno stare bene. Che il solo pensarle ti mette di buon umore.

3) Ora cerchia con tre colori differenti le seguenti categorie di godosogni.

A) GODOSOGNO CONCRETO
Sono le cose che ti piace fare e le puoi fare davvero subito . E senza enormi difficoltà.
(es. mangiare cioccolata che hai in casa/ ascoltare un brano musicale particolare/farsi un bagno)-

B) GODOSOGNO CONCRETO/DIFFICILE
Ti piacerebbe farlo ma è difficile. O non alla portata immediata.
Andare al cinema/ Rivedere un amico/ andare a caccia di pollastrelle in centro/ fare
shopping.-

C) GODOSOGNO IDEALE/MPOSSIBILE
Ecco qui ci vanno i sogni enormi. Quelle cose che davvero ti farebbero stare da Dio. Ma che,
guarda caso sono proprio inabbordabili. O richiedono più tempo.
(qui in questa categoria…puoi mettere il sogno di fare l’amore con la Kidman..ma anche, un
viaggio in Madagascar). Sono entrambi difficili ma il secondo è già più concreto, no? J

Ora cancellate quelli che ritenete facciano male a voi o ad altri. A questo punto i casi sono tre.
A) non è rimasto nulla. Quindi rifate l’esercizio.
B) Quello che è rimasto non vi fa impazzire.
C) Avete una lista di buone cose che vi fanno godere.

Le probabilità di realizzare subito il punto “C” sono rade. Quindi non disperate. In genere tendiamo a fermarci a dei bisogni immediati (alcool, fumo, playstation) per colmare un vuoto che nasce dal non sapere più ciò che DAVVERO CI FA GODERE.
Dedicate al godo planning almeno un’ ora. Fatelo con musica soft dolce (purchè goduriosa). Dedicatevi alla vostra vita con brio. E amore. E fate in modo di avere almeno 6 Godosogni per ognuna delle tre categorie di concretezza. Quindi trenta cose in tutto.
Vi ricordo che lo scopo del Brioplanning…è a) sapere cosa ci fa godere. b) sapere cosa farne…
Quindi….

4) Sistemiamo nel planning da trenta giorni. I vostri godo sogni.
Io il 21 ho pianificato un viaggio a Palma di Maiorca. E’ fuori planning ma con un pennarello ho disegnato una scia luminosa che dal 21, a ritroso, illumina i giorni dal 16 fino ad oggi. Sono due mesi che lo preparo questo viaggio. Questo sarebbe un Godosogno impossibile. Giusto? Ma il fatto di averlo reso concreto illumina di goduria le mi giornate.

I saggi ci insegnano a stare nel presente. Il GODOSAGGIO invece usa ANCHE il futuro per godere nel presente. Ma ne riparleremo.

5) adesso che avete sparso nella settimana tutti i vostri godosogni, tra concreti e meno concreti. Siete pronti a pianificare la vostra agenda personale (quella grigia e normale ) in relazione ai godosogni.

Per oggi consigli da manuale. Io il mio brioplanning l’ho fatto. E per ora resta privato. Vediamo che mi riserva la giornata di oggi.
E ora…

DIARIO. (prima parte) SULLA PERICOLOSITA' DEI CELLULARI A LETTO
……….che per ora non mi fa onore!
Una buona giornata dovrebbe sempre iniziare con una buona scopata.
E stamattina inizia con una telefonata.
La sorella di Antonella –la mia femmina- chiama alle 10:00 su primo cellulare, secondo e poi a casa. Dopo tre attacchi, rispondo. Una palpebra è incollata ad un gomito l’altra è un pastrocchio fuso con la pupilla. Lei mi bombarda di frasi precise, tagliate con il coltello. Sono domande, credo. Con punti interrogativi che mi scavano nella corteccia prefontale tipo sonda e pretendono risposte precise. Io faccio la voce alla Bogart. Basta spingere con il diaframma. Ma esce solo una carambola di parole senza senso. Lei invece è la logica cartesiana camminante. Mi spiega che c’è una casa che vuole vedere, e che deve andare Anto perché lei non può più. E mi snocciola mezza agenda giornaliera da riferire alla sorella.
Torno a letto inzuppato di sonno e maledizioni. Ho fatto le tre ieri alla festa di Daniela.

Ore undici. Ridestati. Facciamo l’amore. A lungo. E bene. E pieni di voglia. .E….XXXXXX, e poi faccio…XXXX e lei miXXXXXXX, e io XXXXXX e insieme XXXXXXXXXXX
Ok, bella scopata insomma….e sul punto finale sulla vetta mistica. Mi chiama mammina.
Ha l’orticaria, mi racconta, indugiando su dettagli precisi epidermici e iniziando a dissertare sui suoi pruriti capillari e continui. Mi saluta chiedendomi se domani andrò a pranzo a Napoli…
Sì. Le dico. Poi attacco. La mia femminissima mi guarda con i suoi vaporosi capelli disordinati. Sembra appena uscita dal film “nove settimane e mezzo” ed è ancora un gattosissimo panello di burro da sciogliere.
Io invece
mi guardo tra le cosce.
Faccio rima con “il cinque maggio”.
“Ei fu siccome immobile!”
Mia madre con l’orticaria è un uppercut in pieno volto.
Ma mi riprenderò..cazzo ho solo 29 anni. Per ora. Anche se tra 29 giorni ne faccio trenta.

venerdì 18 maggio 2007

INIZIA LA SFIDA

La sfida inizia e…nel più difficile dei modi.

A)Tradito da un produttore e ridotto sul lastrico.
B) Sviluppi sul vicino pericoloso. brrrrr! Che paura!

C) Cenni base sul metodo godo.

Oggi è iniziata la sfida.

Godere della vita.
Godere delle cose.
Godere a prescindere.

In modo assoluto.
Ecco la parola chiave deve essere “a prescindere”.

Prendiamo atto della realtà presente. Anzi solo del presente.

Il punto della filosofia che sto cercando di sviscerare è il rapporto con le cose e le emozioni. Pensiamo ci capitino in relazione alle cose ma in realtà scegliamo cosa provare.

Ecco un’ idea che nasce da un gioco di parole.

GoDo! In inglese…vai e fai! Ho scoperto che sono le due uniche strade per il piacere personale.
Andare! Cioè cambiare luogo.
E fare! Cioè agire…modificare le cose.
Se non ti piace la tua vita. E’ perché sei fermo in un punto. E stai facendo in quel punto per forza delle stesse cose.
Il movimento e l’ azione. Possono offrire nuove opportunità.
E’ un approccio semplice.
VAI…lontano da un posto che ti suscita emozioni negative.
VAI…fuori da una routine che ritieni necessaria ma che ti fa impazzire.
FAI…una cosa nuova che non hai mai fatto.
FAI…Una cosa che sai ti piacerà parecchio.
Se stai pensando sei già fuori gioco.
Vai e fai! Per godere…

Di seguito. Inizia il mio diario.

Metto “Communio: lux eterna” di Mozart. Sarebbe l’inizio del famoso Requiem. Pensavo fosse una triste e invece è glorioso.
Anzi autentico.
E’ dolce. E motivante. Senza ipocrisie.
Mi dice che c’è il bello in tutte le cose. E io sto cercando il bello in questa recente waterloo che ho sfiorato. Sintetizzo per chi si rompe di leggere i post.
1)La produttrice che doveva pagarmi una sceneggiatura mi ha trombato. Dopo mesi di sfruttamento non vuole onorare il contratto. Oggi l’agente mi dice che non sa se può aiutarmi…non avendo seguito il contratto fin dall’inizio. Scoprirò che ne sarà di me lunedì, se posso farle causa o altro.
LA SFIDA DELLA GODURIA INIZIA CON UNA LOTTA CONTRO L’INGIUSTIZIA.
2) Ho tentato di spremere un bancomat. Niente. Ei fu! Sono in rosso. Ho meno 150 euro. Il mancato arrivo dei soldi non c’è stato. E la cavalleria…non arriverà. Ho già chiesto un prestito di dieci euro ad un amico…basteranno?
LA SFIDA DELLA GODURIA INIZIA SENZA UN EURO.
3) Il ministero ha bocciato una sceneggiatura che avevo portato. Ho avuto una cinquantina di punti. Praticamente il minimo.
LA SFIDA DELLA GODURIA INIZIA CON UNA SCONFITTA.

E’ un caso ma non si poteva iniziare meglio. Forse vi aspettavate un cazzone felice che ha capito quanto la vita sia bella nonostante tutto. Io credo che la vita sia un opportunità più o meno valida per tutti. Ho visto gente spremere oro dalla merda. Sono degli alchimisti, penserete. Ma è proprio questo che voglio diventare.
Davanti alle difficoltà ho deciso di pormi queste domande.
a) cosa c’è di buono in questo?
b) Come posso usare tutto questo per godermi la giornata?

Frugo i miei sentimenti, sondo, cerco le emozioni. C’è smarrimento. Solo smarrimento. Focalizzo la situazione.
Senza soldi, senza lavoro e con un sogno bocciato.
Che c’è di buono?
a) mi sento emozionato all’ idea di combattere per i miei diritti.
b) Mi sento che questo forte disagio…mi insegnerà qualcosa di nuovo.
c) Avrò qualcosa di interessante da scrivere sul blog…J

Poi applico il GO-DO!

VADO FUORI DAI MIEI SCHEMI DI RISENTIMENTO per la truffa che ritengo di aver subito. E scrivo una lettera sincera alla produttrice. Dove cerco di conciliare. E trovare una soluzione. Il succo è: “se litighiamo perdiamo in due. Vuoi vincere con me? Dammi il dovuto e io ti darò il mio massimo”. Ho spedito, vediamo che succede.

FACCIO ALCUNE TELEFONATE PIACEVOLI. Risento la E., un’ amica e attrice simpatica. Ci rivedremo dopo tanto. Mi da gioia…poi chiamo un’amica sceneggiatrice e le racconto tutti i miei MERAVIGLIOSI guai. E le dico quanto mi sento carico…
FACCIO UNA LISTA DI AZIONI PER TROVARE SOLDI. Escono alcune novità…bene! Si ricomincia?

Vicino-Story parte due. (vedi “un risveglio terribile!”
Suona il citofono. In casa non suona mai tanto che è isolato il posto. O sono tasse o è il vicino. Spero che siano le tasse. Ma due pattuglie della polizia che dopo aver appena il giorno prima sventato un massacro sono ritornate per parlare con quelli del piano di sopra….cioè me, non possono passare inosservati.
Prego siano le tasse. E invece è lui. Filippo. Quello che ieri minacciava di volerla fare finita.
Mi chiede perché abbiamo detto alla polizia della pistola. Mi dice che li abbiamo mandati noi da lui. Mi dice che gliel’hanno trovata la pistola..mi dice che gliel’hanno presa.
E io, mentre parla, c’ho il cuore a mille! La gola è un involtino primavera surgelato. Respiro e mi chiedo ma che cazzo! Fai l’eroe! Cos’ imposto un sorriso alla sofficino. E nego. Lui incalza.
I poliziotti gliel’hanno detto che siamo stati noi…a parlare della pistola.
Al che mi passa l’effetto involtino…proprio quando mi viene in mente un’ idea clamorosa.
Mi raddrizzo la schiena e gli dico.
“ehi! Stavo proprio per chiamarti sai! La polizia è salita da me per colpa tua.”
“ma se l’avete chiamata voi…”
E io bronzeo“sono saliti perché sanno chi sono e che vivo qua…Ho problemi con la polizia, io! Ho una causa in corso e delle pendenze. Sono venuto via da Napoli per stare tranquillo…e ti pregherei di non attirarla più con le tue grida.”
A queste parole..si è calmato. Filippo..l’ho sentito più conciliante. “e chi l’ha chiamata allora?”
E io…”beh, qui le pareti sono di cartone…mica siamo gli unici!” Sono saliti da noi perché sono sotto osservazione. Evitiamo di attirare l’attenzione la prossima volta.
Al citofono s’è risolta così..poi è caduto il piumone giù. E sono sceso a raccoglierlo.
E’ stato lui a portarmelo. Non lo vedevo da due mesi.
Filippo. Quello che urlava “è finita! Basta, pensaci tu a mio figlio! Non entrare che è carica!”
Filippo…quello che tre mesi prima rompeva le palle perché aveva sentito il rumore di tacchi sul pavimento.
Cavolo adesso mi sembrava così remoto. C’era una calma nei suoi occhi che era pazienza pura. Nei confronti della vita. Di sé stesso. Sotto la visiera i suoi occhi erano di una calma dolorosa. E quello che mi ha detto mi ha gelato il sangue… “mio fratello ha avuto sedici anni per omicidio, e questi mi stanno addosso…hanno preso la mia pistola. Sapevano che c’era. Davvero non ne sai niente?”
Non c’era accusa adesso. C’era solo pazienza. Forse saremo coetanei. O forse no. E lui ha già moglie figlio e fratello in carcere. Siamo diversi io e lui.
Io ho dieci centesimi in tasca e la fedina penale pulita come la mia camicia. Lui ha un’ auto e qualche soldo in più. E tanto dolore forse.
Mentre mi da il piumone lo stringo forte. Quasi mi vergogno della mia camicia. Non sarà più costosa di quella che potrebbe permettersi lui…ma mi ricorda che io non ho problemi con la giustizia. Mi ricorda che io sono un sfottuto bravo ragazzo. E gli sto vendendo la storia che anche io odio la polizia e che mai potrei averla chiamata. E’ una bugia. Ma forse ti ho salvato la vita caro Filippo. A te che se solo scoprissi che ti ho denunciato alla polizia…chissà che succederebbe! A te che ieri eri cosi ferocemente addolorato che forse l’avresti usata prima o poi quella pistola.
Mi piace pensare che non sono un ipocrita. Mi piace pensare di averti salvato un po’ la vita. Anche se forse la userai per fare del male.
Io le ho sentite le tue urla ieri…erano di disperazione.
E quegli occhi, camicia o no, sono come i miei. Quelli della solitudine.
“Sai Filippo, se ti serve qualcosa e posso aiutarti…fammelo sapere. A volte i problemi vengono tutti insieme ma una soluzione la si trova. Io sono un esperto di problemi…”
Lui mi sorride. “buono a sapersi, mi dice!”