domenica 3 giugno 2007

UN UOMO TUTTO D' UN PAZZO

MENO QUATTORDICI AI MIEI TRENTANNI



Io.
Un pungolatore di tastiera e un baro di parole.
Togli una vocale, sgrana una consonante.
Lasciati vibrare in bocca un suono in più o che non c’entra nulla. E gioca.
Con le parole. E con la vita. Il segreto credo sia questo.
La noce che hai nel cranio conosce il mistero che ti porti dentro. La domanda a cui vuoi rispondere.
Essere infelici vuol dire non sapere cosa vuoi. Tu lo cerchi, lo scopri lo dici alla noce che si apre e ti fa sognare.

Ovvio ma così. E poi ci sono le parole.
Che scopano con la mente e quindi con la realtà.
E quindi se governi le parole governi la realtà.
Perché la realtà non esiste. O te la scegli.
Tanto tutto dipende dalla mente, no? E se provi a governare la mente. La mente poi ti mente sapendo di mentina. Cioè ti frega…profumatamente.
Ti mette a l’angolo e ti scarica in default senza scampo.
E tu cadi e ti chiedi dove hai sabagliato. Così preciso e puntuale così attento a mettere tutto in riga.
Io non voglio più essere puntuale.
Basta governarmi con le regole altrui.
Basta stare a guardare gli altri per capire dove vanno a parare.
La gente finge.
E pure io.
ma più passa il tempo guadagno punti.
e uso la mia pelle vera come paravento.
Ma se ti alzi davanti a tutti e fai pipì proprio quando ti va di farlo
Se lo fai senza paura.
Allora ti danno del pazzo.
Però i pazzi mi sembrano felici.
O sono svalvolati perché non hanno scelto di esserlo quando dovevano farlo.
Non dico io di abolire i cessi.
Soltanto di evitare di farne della tua vita uno.
E l’unico metodo che sto cercando di trovare…è una sana follia.
Poi il gioco delle parole mi soccorre.
Quello che mi ritrovo a fare quando la realtà stringe alle corde.
Se la realtà è fatta di parole cambiando le lettere qualcosa dovrebbe cambiare anche nella realtà.
Ore 13: 00
Sono ancora uno che cerca di godersi la vita.
Arriva un sms dalla mia amica Imma.
“ogni madre ama di infinito il proprio figlio”.
Non c’è scritto altro.
Mi fermo, assaporo l’attimo.
So che Imma sta aspettando un figlio. Poi colgo l’ironia della sorte. Nella rubrica questo sms viene subito dopo quello di Antonia., quello che mi è arrivato due giorni fa e che mi dice “mamma non c’è più”.
Che buffa la vita. E la mia noce pazza che cerca nelle parole la chiave finale di tutto. Due sms con la parola madre dentro. Uno di morte a cui non so rispondere perché sgomento. E l’altro di vita a cui non so rispondere perché è troppo bello.
Chiamerò…pupillerò sui due oceani. Tra la luce e il buio, tra la vita e la morte. Come un giocoliere tramortito, piede dopo piede su una corda indecisa.
La vita continua a chiamarmi ed a rispondermi. E io nelle mani c’ho solo parole che mi piace storpiare. Per creare nuove realtà.
Oggi farò due telefonate. Capirò che succede.
Oggi caccerò un po’ di palle e un po’ di cuore.
O forse riuscirò a superarmi. A non fare cioè niente di tutte e due.
Riuscirò a cacciare fuori proprio tutto quanto me stesso.
Non una parte, non un riassunto.
Ma tutto quanto.
Forse oggi.
O forse no.
Guardo il mio cellulare ritrovato.
Un numero lo schiaccio.
Oggi riuscirò a non rimandare più nulla.
Sarò per davvero…
Un UOMO TUTTO D’UN PAZZO.




Diario: ho chiamato Imma. Non ha ancora partorito. L’sms era dettato dal cuore.
Ho chiamato Antonia. X sua madre. Tutto confermato, purtroppo. Ma resta magnifica. La faccio ridere e lei fa ridere il mio cuore. Bene, comunque.

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