venerdì 1 giugno 2007

COME DIVENTARE UNA PERA

MENO SEDICI GIORNI AI MIEI TRENTANNI



E io davvero non lo so per quanto ancora saprò farlo questo gioco.
Dentro
E...fuori!
dentro
fuori
dentro
fuori.
Aria.
Dentro
fuori.
Aria.
E no, che non è quello che pensate voi!
Sono i pezzi d'aria che ingurgito.
Che mordo.
Che butto dentro.
Senza sosta.
Dentro
fuori
aria.
lo faccio per pompare energia per solleticare il mio sistema endocrino.
Lo faccio per godermi l'attimo.
Perchè quando piovono le mazzate è proprio l'ultimo posto che devi abbandonare anche se la logica ti consiglia il contrario.
fanculo la logica




E intorno cadono come pere mature....Le persone amiche dei miei amici.
Cadono perchè la vita li sorprende....con IL SUO CONTRARIO.
Dentro
fuori.
Dentro
fuori.
Ancora aria.
Per ora il gioco mi riesce bene. E penso all'amica che mi scrive "mamma non c'è più" e subito dopo mi ha telefonato mia madre.
Un caso? Lei -mai madre- che ha dolori di schiena e ha paura che il cancro l'abbia presa pure là a tradimento, alle spalle. Come un mostro enorme ma silenzioso.



E io che pianifico la mia vita per non averne uno....

Perché se godi...il cancro non ti gode.

Sarebbe un postulato alla mia teoria. E ancora dentro fuori. Sempre aria. Funzionano davvero i miei polmoni. Alla grande.
Per ora.
E penso che la morte non esiste, anche se si ostina a lanciarmi segnali.
la morte è una favola inventata da dio per tenerci lontano da lui.
O diversi?

Se siamo come lui. Scintilla? O immagine fatta “a somiglianza” come dicono i "crocieri"…. allora siamo noi la morte.
E non le ho scritto nulla alla mia amica. Neanche l'ho chiamata. Quel messaggio mi ha gelato.
Prendo tempo. Ancora attacchi a questa stupida sfida. Godere 30 giorni. Stupida non perchè impossibile o inutile ma perchè con una scadenza.
Dovrebbe essere "godo sempre".

Per ora godo. Rifletto e godo. Il male mi sboccia intorno mi precipita a pochi millimetri dall'anima e non c'è nulla che mi freni. O fermi. Ho paura? no, resto sereno. Penso che sono graziato. Da un lato. E respiro. Dentro fuori. E' il mio gioco. Stupirmi. che sono vivo. Che so prendere aria. Che so rendermene conto. E che mi resta dopo? Intanto sono qua. Con la mano sul telefono. La chiamo o no? E che le dico? Che mi dispiace...anche se non la conoscevo sua madre? Che le dico?Le dirò che è la vita…cercherò nella poesia una giustificazione. O una storia che giustifichi il suo destino o che giustifichi me. Respiro.
Dentro fuori.
pensano ad una scopata. Che poi è la stessa cosa. Passerei volentieri i miei prossimi trenta a diventare un maestro di respiro.
Di aria. Di vuoto.
Ci sono. Anche se cadono tutti come pere...Inevitabilmente. Anche questo mi attacca alla vita.
Inevitabilmente imparo ad accettare le cose.
I miei dolori che poi sono quelli degli altri.
Mi faccio un po' pera.
Ma non per cadere.
per ricordarmi del ramo. Anche se più passa il tempo si alleggerisce. Perchè le altre pere si staccano e vanno giù.
E mi stringo al ramo ancora.
ma poi ci penso, che fa?
Tanto sotto c'è la terra, no?

anche se cado...
i semini, ce li ha una pera dentro....
E i semini sono tutto!
Quando scopano con la terra...
c'hanno quel maledetto inevitabile vizio...

DI DIVENTARE ALBERI



fate pure voi...dentro fuori...dentro fuori dentro fuori dentro fuori...

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